OGGI, UN GIORNO IN PIU'
Stamattina mi sono svegliato, come sempre come se mi avessero fatto una danza sul corpo, barcollo ma non mollo e faccio il caffè, accendo la tele per vedere le prime notizie del giorno, e la prima cosa che mi sconvolge è proprio quella che ci sono decine di morti sotto i bombardamenti in Palestina, nella Striscia di Gaza, o magari che ne so, in Israele o comunque si chiami quella terra martoriata.
Ok, vado a scuola e vedo i miei ragazzi che cazzeggiano fra un "bella zio" e un "fra tranqui", penso a come vuoto sia divenuto il nostro essere a cercare di ammaestrare delle scimmie che già di per se si sono addestrate con la pubblicità e l'esempio di una società malata, una società che dietro a una parvenza di benessere, pace e tranquillità, nasconde il vuoto, la malattia della degenerazione che come un cancro si diffonde in maniera invisibile e silenziosa.
Sono a scuola dicevo, quando qualcuno alza la mano per chiedere cosa stia succedendo in quella parte di terra martoriata dalle bombe, dove mentre noi ci si preoccupa dei cinque minuti di pausa COVID, li si muore, li si vedono corpi straziati, di bambini uccisi, di madri che urlano di disperazione e padri che cercano solo di evitarle ste dannate bombe.
Non posso spiegarti piccola mia il perchè, ma posso parlarti dell'umana pietà, di quel sentimento che si nasconde in ognuno di noi e ci fa piangere e gioire se qualcosa va bene oppure va male, mentre parlo vorrei descrivergli quell'apocalittica scena del carrarmato israeliano che passa sopra un corpicino di bambina, frantumandole le carni, facendogli schizzare fuori gli organi come se non fossero utili, vorrei raccontarle di quel padre che corre con in mano quello che rimane del suo bambino, centrato in pieno da un colpo di mortaio mentre giocava, vorrei raccontarle il perchè facendole rivivere le immagini, anzichè spiegare ragioni storiche di possedimenti ricchezze e cazzate varie.
A volte mi chiedo se solo io cerco di trattenere le lacrime davanti a queste storie, mi chiedo se solo alcuni di noi hanno un anima, o se anche qualche soldato che combatte questa fottutissima guerra prova rimorso sapendo di aver "fatto fuori" il sorriso di un bambino che non ha niente a parte l'affetto del padre che lo sta a guardare, non c'è risposta piccola mia, devi solo provare umana pietà perchè tu sia la mano che migliorerà questo mondo, io ci provo, ma solo con le parole, sono un vigliacco, ma credo che oggi almeno abbia fatto capire a questa dolcissima ragazza che di studiare non ne vuol sapere, che il mondo è anche questo, che questo male ci vive accanto e che è difficile combattere una cosa che non si conosce, ecco perchè devi studiare, certo sono sicuro che non lo farai, appena adesso è entrata la prof con le verifiche da fare, ed ecco che la morte per mano assassina passa in secondo piano.
Avrei voluto spiegarti piccola mia che chi è nato è nato senza colpa e senza volerlo, ma già condannato alla sofferenza, in quell'ora alla tua domanda avrei fermato il tempo e ti avrei raccontato di cose successe nel mondo sotto gli occhi di tutti i potenti e di tutti gli spettatori non paganti, cose che farebbero vergognare chiunque, cose che ti farebbero sentire la puzza e il lezzo della morte anche dalle poche immagini disponibili, io volevo piangere prima, ma mi sono trattenuto, del resto in questo momento la cosa più interessante è sapere cosa fa tizio o caio e guardo il telefonino per saperlo ed io mi vergogno come una Puttana in Chiesa additata da tutti gli innocenti e puri spettatori, mi vergogno perchè penso a quanto vuote debbano essere le tue giornate come vuoto può essere il tuo cervello in mancanza della cultura.
Eppure non sono migliore di te, forse si, penso e osservo un pò di più, ma del resto in questa vita siamo solo di passaggio.
Vorrei dirti piccolina che anche tu vieni da un posto da dove la gente scappava per non essere ammazzata, ma siccome nel tuo caso la merda e la puzza noi la sentivano da vicino, vi abbiamo accolti, dato tutto, in quella piccola striscia di terra chimata Gaza, anche da li la gente vorrebbe scappare, ma non può è circondata da ostili forze, anche via mare è impossibile, hanno circondato anche il mare con navi da guerra, che forse i bambini di quella terra se lo meritano.
Adesso prendiamo qualche notizia qua e la............
Le forze di sicurezza israeliane hanno usato ripetutamente e immotivatamente la forza eccessiva contro i palestinesi che protestano contro gli sgomberi forzati a Gerusalemme Est. Dopo quattro giorni, i feriti palestinesi sono almeno 840. Secondo fonti della polizia israeliana, sono stati feriti almeno 21 agenti e sette civili israeliani.
Amnesty International ha chiesto alle autorità israeliane di sospendere immediatamente gli sgomberi forzati nel quartiere di Sheikh Jarrad e di porre fine alla campagna di sgomberi forzati dai palestinesi da Gerusalemme Est.
Negli ultimi drammatici sviluppi, gruppi armati palestinesi hanno lanciato razzi contro Israele ferendo almeno una persona. Nella rappresaglia israeliana contro Gaza sono stati uccisi alcuni palestinesi.
“Le prove raccolte da Amnesty International hanno evidenziato il sistematico uso della forza, illegale e immotivato, contro le proteste per lo più pacifiche dei palestinesi. A Gerusalemme Est sono stati feriti anche dei passanti e dei fedeli che pregavano durante il Ramadan”, ha dichiarato Saleh Higazi, vicedirettore di Amnesty International per il Medio Oriente e l’Africa del Nord.
“Questo ultimo scoppio di violenza mette in luce la campagna israeliana per espandere gli insediamenti illegali e accelerare gli sgomberi forzati dei palestinesi, come a Sheikh Jarrah, per fare spazio ai coloni israeliani. Si tratta di evidenti violazioni del diritto internazionale che possono costituire crimini di guerra”, ha aggiunto Higazi.
Secondo le testimonianze oculari e le immagini filmate e fotografiche raccolte dai ricercatori di Amnesty International presenti a Gerusalemme Est, le forze israeliane hanno ripetutamente impiegato una forza sproporzionata per disperdere i manifestanti, come nelle violente irruzioni nella moschea di al-Aqsa e durante le proteste pacifiche di Sheikh Jarrah.
In una prima irruzione alla moschea di al-Aqsa, il 7 maggio, le forze israeliane hanno ferito oltre 170 palestinesi lanciando granate a concussione e gas lacrimogeni e sparando proiettili a impatto cinetico di 40 mm. contro la folla in preghiera nell’ultimo venerdì di Ramadan.
“Ho seguito le cronache di Gerusalemme per 10 anni e mai ho provato così tanta paura. Ognuno era un bersaglio, non sparavano a casaccio ma prendevano la mira. La maggior parte delle persone è stata ferita agli occhi, al volto e al petto”, ha dichiarato un giornalista palestinese, a sua volta colpito alla schiena mentre cercava di allontanarsi dalla zona.
Il 10 maggio oltre 300 palestinesi sono stati feriti nel secondo assalto ad al-Aqsa: secondo la Mezzaluna rossa, più 250 sono stati trasportati in ospedale, sette in condizioni gravi.
Un testimone ha visto le forze israeliane rompere i vetri delle finestre e lanciare granate stordenti e gas lacrimogeni, causando problemi respiratori a molte delle persone che si trovavano all’interno dei locali.
Nel quartiere di Sheikh Jarrah la comunità palestinese sta manifestando da giorni contro gli imminenti sgomberi forzati. Amnesty International ha documentato arresti arbitrari di manifestanti pacifici, uso eccessivo della forza, impiego di granate sonore e stordenti così come lanci di sostanze maleodoranti dai cannoni ad acqua contro i manifestanti e le abitazioni del quartiere.
Le proteste sono iniziate quando un’azienda di coloni, la Nahalat Shimon International, si è rivolta a un tribunale per ottenere lo sgombero di decine di famiglie di Sheikh Jarrah appellandosi a leggi discriminatorie come quella del 1950 sulle proprietà degli assenti.
“Le forze israeliane hanno agito in modo deplorevole, attaccando senza alcuna provocazione manifestanti pacifici che stavano reclamando i loro diritti e il rispetto del diritto internazionale. Israele deve immediatamente annullare i previsti sgomberi forzati”; ha sottolineato Higazi.
Amnesty International chiede alla comunità internazionale di chiamare Israele a rendere conto delle sue sistematiche violazioni del diritto internazionale.
“La mera espressione di preoccupazione per il profondo disprezzo israeliano degli obblighi internazionali non basta. C’è bisogno di una forte e chiara denuncia di queste flagranti violazioni, come gli sgomberi forzati, l’espansione degli insediamenti illegali e la brutale repressione di chi vi oppone protesta”, ha commentato Higazi.
“Nell’immediato, chiediamo al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di convocare una sessione pubblica e al Coordinatore speciale per il processo di pace in Medio Oriente di riferire agli stati membri”, ha proseguito Higazi.
“Sheikh Jarrad sta inviando un messaggio al mondo intero: quello che Israele ci sta facendo non è solo uno sgombero ma un crimine di guerra”, ha dichiarato ad Amnesty International Nabil el-Kurdi uno degli abitanti del quartiere sotto minaccia di sgombero forzato.
Qualcuno farà qualcosa????
Atria Roberto