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sabato 29 dicembre 2012

SFOGO EPICO

 SFOGO--- DIMMI CHE PUOI URLARE....................

UN INSTABILE OCEANO DI ENERGIA CHE PRONTA A ESPLODERE PERVADE L'OCCHIO STANCO DI CHI HA VISTA.
NEL CAMMINO DI OGNI UOMO CI SONO SOGNI , SPERANZE E VOGLIA DI CONOSCENZA, L'UOMO CAMMINA, SOFFRE, LOTTA, PIANGE E TUTTO QUESTO LO FA PROVANDO EMOZIONI, VIVENDOLE AD UNA AD UNA SULLA PROPRIA PELLE.
LA STORIA CONTINUA E SI VA SEMPRE ALLA RICERCA DELL'ALTRO; MA CHI E' L'ALTRO??
L'ALTRO PUO' ESSERE QUELLO CHE VEDI APPOGGIATO DALL'ALTRA PARTE DEL BANCONE AL BAR, PUO' ESSERE QUELLO CHE VEDI CAMMINARE PER STRADA CHE TRASOGNANTE SEMBRA INSEGUIRE QUALCOSA, SEMBRA SAPPIA COS'E', MA FORSE E' SOLO SMARRITO E SEGUE LA SCIA DEL PROPRIO DESTINO, L'ALTRO POTREI ESSERE ANCHE IO STESSO, RIFLESSO IN UNO SPECCHIO O IN UN BICCHIERE PIENO DI ODIO E VUOTO D' AMORE, L'ALTRO ME STESSO, QUELLA PARTE DI ME CHE NON CONOSCO E CHE INCOSCIAMENTE DECIDE DELLE MIE AZIONI.
L'ALTRO MI ACCOMPAGNA, VIVE DENTRO ME E SI NUTRTE DELLE MIE ESPERIENZE, DELLE MIE EMOZIONI, SI ARRICCHISCE E CRESCE, VIVE E MUORE DENTRO DI ME, CON ME.VOGLIO VIVERE L'ARTE SENZA CURARMI DI REGOLE E DIVIETI, TUTTO QUELLO CHE NE SEGUIRà SPERO POSSA ESSERE SOLO SCANDALO E FOLLIA.
NON RIUSCENDO A VIVERE NELL'ORDINE NATURALE DELLE COSE PARTO PER UN'AVVENTURA CROMATICA E PLASTICA VIVENDO DI FORME GEOMETRICAMENTE VUOTE E INFINITAMENTE ASTRATTE.
UNA DIVISIONE NETTA SI PONE FRA ME, L'OSTILITA' E L'INDIFFERENZA, CI SI RIUNISCE IN ORGE PITTORICHE, IN CHIUSI E FREDDI LOCALI E CI SI CHIEDE IL PERCHE' DELLA NASCITA DI UN'OPERA D'ARTE.
SI SCOPRE IL PIACERE DEL LUGUBRE CHE SCATURISCE DAL NOSTRO PROFONDO ANIMO TURBATO SEMPRE PIU' DA PERIODI DI CRISI , DI MAGRA, DI SICCITA' CULTURALE, NON ABBIAMO PIU' NE ESEMPI NE IDOLI, GLI EROI SONO MORTI O SEMPLICEMENTE FUGGITI VIA IN DIMENSIONI E REALTA' MENO MOSTRUOSE DI QUESTA.
STIAMO PER ATTRAVERSARE UN LUNGO PERIODO LUGUBRE IN MEZZO A UNA TENEBRA CHE CI STA' AVVOLGENDO E DENTRO CUI NOI VIVIAMO, CI TRAVOLGE E CI FA SCIVOLARE SEMPRE PIù GIU' IN UN OSCURO BARATRO CON LE PARETI DI FANGO, DA CUI NON SI PUO' RISALIRE.

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